Genocide memorial, The last genocide memorial, Canada
IDEA
Il padiglione fa parte del Donald M. Gordon Chinguacousy Park. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo percorso nel parco, per una migliore integrazione del memoriale nel contesto. Il nuovo percorso è un invito alla fruizione. Il padiglione si erge come un monolito scuro, la sua presenza non può essere ignorata. Dovrà anzi essere vissuto e attraversato per proseguire nel cammino. L’interazione del padiglione con il fruitore, che si muove per creare la propria visione, gli conferisce una dimensione spirituale.
PROGETTO
Un prisma rettangolare alto 5,5 m viene sfaccettato sottraendo volume lungo la diagonale. Al suo interno si genera una compressione dello spazio che comunica oppressione dei limiti e disagio. La parete inclinata all’interno ci schiaccia e ci opprime. Il padiglione indaga lo spazio, tra presenza fisica e immaterialità, qualcosa che è presente ma allo stesso tempo assente, vuoto ma pieno. Le pareti che compongono i piani inclinati sono forate da aperture triangolari. Attraverso i buchi filtra la luce, puoi vedere il cielo, gli alberi, il mondo esterno. I triangoli rappresentano le vittime del genocidio, prive della loro individualità. Gli stessi buchi nei muri si trovano anche nel pavimento: i fori sono le persone indistinte e spersonalizzate che nel genocidio vengono calpestate. Il memoriale è realizzato in un unico materiale: acciaio brunito all’esterno e superfici in acciaio inox lucidate a specchio all’interno. Le lastre sottili sono una sorte di pelle, un velo tra il cupo e oscuro mondo interiore e l’esterno, un bellissimo e lussureggiante parco. La moltiplicazione all’infinito crea l’effetto di uno spazio ambiguo e illimitato. Le pareti a specchio poste una di fronte all’altra creano un effetto di infinite mirror. L’utente si vede riflesso innumerevoli volte, in una moltiplicazione in cui l’individualità si perde. Il fruitore diventa una moltitudine e scompare inghiottito dalla massificazione. L’individuo si cancella, diventa gruppo e se ne cancella identità. Il memoriale invita il pubblico a guardare la propria riflessione, il dissolvimento della figura nella sua moltiplicazione. Stare di fronte allo specchio offre un’esperienza esistenziale.