Kurgi observation tower, Latvia

IDEA

Il cerchio è quella parte di piano delimitata da una circonferenza, è movimento immutabile senza inizio né fine, è unione e compiutezza. Il cerchio crea una spazialità senza direzione né orientamento, una spazialità priva di angoli o spigoli. Il cerchio richiama l’architettura prima dell’architettura: la capanna, la fortezza e le strutture megalitiche. La forma della costruzione a partire da “entità minime”: la linea trasmette la forza e l’energia di ciò che l’ha tracciata. Una torre panoramica dove la materialità (cemento) e la rigida geometria formano un contrasto netto e assoluto con la natura lussureggiante del paesaggio. Un manufatto umano in un contesto naturale: la realtà dell’architettura, che è ciò che è concreto, che è forma, massa e spazio, che dialoga con il paesaggio. La sottile monumentalità dell’opera può essere inserita nelle strategie minime del modernismo. Il progetto esplora i limiti tra il costruito e il paesaggio: la torre panoramica diventa elemento riconoscibile e segno iconico.

PROGETTO

Se il cerchio è la forma piana primordiale, il cilindro ne è la sua espressione volumetrica. Un elemento semplice, un tubo in cemento che si ripete per 5 piani, garantendo un processo costruttivo facile e veloce. Ogni tubo è bucato con 3 fori circolari di diametro di 4,5m. Ad ogni piano il tubo è ruotato in modo da cambiare la prospettiva verso il paesaggio. I fori sono protetti da una rete metallica che ha un basso impatto visivo e garantisce la massima connessione visiva con l’intorno, tranne all’ultimo piano dove le aperture sono chiuse da vetrate. Le grandi aperture garantiscono sbirciate sporgenti dai fori arrotondati. Le aperture rotonde trapassano la struttura e permettono al cielo di entrare nella torre. Da terra, lo sguardo dell’osservatore potrà vedere il cielo attraverso le bucature. La scala, che si snoda attorno al perimetro esterno del cerchio, è parte integrante dell’esperienza visiva della torre, non un solo mezzo di risalita. In quest’ottica, la scala permette di scoprire il paesaggio man mano che si sale nella torre. La larghezza della scala va restringendosi man mano che si sale, aumentando quindi l’area calpestatile all’ultimo piano. Il servoscala, abbinato alla scala, permette anche a chi ha una mobilità ridotta di avere la medesima esperienza visiva degli altri utenti. La guid sarà anche corpo illuminante. La scala amplifica l’esperienza della torre, che diventa edificio immaginario, una costruzione utopica che si sposta all’infinito.

SBSA Studio architettura
SBSA Studio architettura
SBSA Studio architettura
SBSA Studio architettura
SBSA Studio architettura